PharmaDay 2023 - 16.a edizione - Conferenze
2023
PharmaDay 2023
Sabato 14 ottobre 2023 - Palazzo Congressi Lugano
IL CUORE
PharmaDay 2023
Conferenze
Giovanni Pedrazzini
Prof. Dr. med Co-Primario Istituto CardiocentroTicino

Graziano Martignoni
Prof. Dr med. - FMH Psichiatria - Psicoterapeuta
Graziano Martignoni, medico, psichiatra e psicoterapeuta FMH, psicoanalista; professore al Dipartimento di Economia aziendale, Sanità e Sociale (DEASS) della Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana (SUPSI) ; ha insegnato inoltre nelle Università di Palermo, dell`Insubria e di Bilbao ; è stato per molti anni docente di psicopatologia generale al Dipartimento di Psicologia dell`Università di Friborgo; già responsabile dell’Osservatorio per le Medical Humanities della SUPSI; docente di filosofia della cura alla Scuola di psicoterapia dell`Istituto Ricerche di Gruppo di Lugano; Vice-direttore della Rivista per le Medical humanities dell`EOC e della Fondazione Sasso Corbaro; membro della redazione della Rivista di cultura Bloc Notes.
Reto Pezzoli
Dr. med FMH in medicina generale, Medicina dello sport (SSMS), specializzato in medicina di montagna
In alto i cuori: il sistema cardiocircolatorio in alta quota
Ogni anno centinaia di migliaia di persone si recano in alta quota per i più svariati motivi esponendosi così all’ipossia e al rischio di sviluppare le cosiddette malattie dell’alta quota.
Anche il sistema cardiocircolatorio deve adattarsi alla carenza di ossigeno ma si espone ad uno stress importante che può essere considerevole per coloro che presentano malattie coronariche o situazioni quali l’ipertensione arteriosa. Dopo una introduzione sulla fisiologia spiegherò le cautele che devono assumere i nostri pazienti che si recano in alta quota e i consigli che possiamo dare loro.
Lorenzo Rossi
Dr. med FMH oncologia medica, specialista tumore al seno
Passato, presente e futuro dei trattamenti sistemici per il tumore mammario
Il tumore mammario è un gruppo eterogeneo di malattie neoplastiche, diverse dal punto di vista clinico, biologico e prognostico, ciascuno con target terapeutici e risultati clinici differenti. Nel tempo, le terapie per il tumore mammario sono notevolmente cambiate, con l'obiettivo di essere sempre più efficaci e di ridurre l'insorgenza di resistenze. In questo senso, il recentissimo sviluppo di farmaci anticorpo-coniugati (ADC) rappresenta una vera e propria rivoluzione. Rispetto al passato, oggi le opportunità terapeutiche sono nettamente aumentate, e nel futuro dovremo aspettarci una sempre maggiore personalizzazione e complessità delle proposte terapeutiche.
Maria Cristina Marini
Dr.ssa med FMH oncologia medica, nutrizione clinica in ambito oncologico
Nutrizione e oncologia: dove siamo e dove andiamo
Uno dei problemi emergenti nell’ambito della nutrizione è sicuramente la grande richiesta di informazioni su alimentazione e tumori da parte dei pazienti oncologici. Ormai da anni la ricerca scientifica studia come l’alimentazione possa permettere al paziente oncologico di affrontare meglio la malattia, gli effetti collaterali della terapie e avere una prognosi migliore.
Gli obiettivi delle ricerche effettuate e in corso sono diversi. Il primo è quello della prevenzione e cioè quello di stabilire quali indicazioni nutrizionali permettano di abbassare l’incidenza delle malattie oncologiche e le frequenza delle loro possibili recidive. Il secondo aspetto riguarda più da vicino l’alimentazione durante le terapie oncologiche e i differenti stili alimentari che possono influire sugli effetti collaterali delle terapie, riducendoli.
Oggi si parla sempre più di medicina di precisione e anche in ambito nutrizionale è importante avere un approccio personalizzato, possibile solo attraverso il lavoro congiunto di un team multidisciplinare, all’interno del quale dovrebbe essere sempre presente un professionista specializzato in nutrizione, figura purtroppo ancora molto assente all’interno dei reparti di oncologia. L’obiettivo deve essere quello di ripristinare le funzioni biologiche fondamentali, spesso alterate dalla malattia, correggendo eventuali deficit in atto ed evitando la comparsa di uno stato di malnutrizione, che rimane una delle complicanze più frequenti nel paziente oncologico associata ad un’importante morbidità e mortalità.
Claudia Gamondi
Primario PD Dr.ssa med FMH - Clinica di Cure palliative e di supporto - IOSI
Le cure palliative sempre più verso una medicina olistica e personalizzata
Le cure palliative nell’accezione moderna del termine sono una specialità relativamente recente della medicina. Nate all’inizio del dopo guerra, esse si sono sviluppate dapprima in Inghilterra e nei paesi anglosassoni e man mano nei paesi europei e negli altri continenti.
Le cure palliative offrono un approccio olistico al paziente affetto da malattia evolutiva cronica, generalmente prognosi-limitante e al suo entourage familiare. Pur rappresentando una specialità della medicina, si appoggiano su un approccio olistico profondamente interdisciplinare e offrono cure poliedriche, ritagliate sui bisogni multidimensionali della persona malata.
Offrono ai professionisti l’occasione di poter affrontare, all’interno della loro pratica clinica, tematiche complesse, strettamente biomediche così come anche psico-esistenziali, con uno sguardo sempre attento alla dimensione etica delle decisioni.
Nicole Ferrera
Dr. med FMH Medicina interna, Ipnosi medica SMHS
L'ipnosi medica
La nostra mente si divide in una parte razionale, circa il
3%, ed una parte subconscia, ovvero il 97% della nostra mente che coordina i
100 trilioni di cellule di cui il nostro corpo è composto. Si tratta in un
certo senso del pilota automatico del corpo, che genera e mantiene degli schemi
di comportamento utili per la sopravvivenza.
Alcuni schemi noi li impariamo in modo volontario, come
camminare, guidare l’automobile, scrivere, le tabelline, trarre note da uno
strumento musicale; ma la maggior parte degli schemi di comportamento sono
spesso acquisiti involontariamente nei periodi sensibili della nostra vita, sia
durante la primissima età che durante passaggi di vita particolarmente
sensibili o dolorosi. Ci permettono in quel momento di adattarci ad una
situazione specifica, ma vengono registrati ad un livello subconscio.
Essi andranno poi altrettanto involontariamente a
condizionare il nostro modo di interagire con la realtà; quando si tratta di
schemi limitanti, come spesso accade, essi ci frenano nell’espressione delle
nostre piene capacità.
Inoltre è molto difficile cambiare degli schemi subconsci su un piano
razionale, spesso ci confrontiamo a una frustrazione del tipo “so che dovrei,
ma è più forte di me”.
Le tecniche di ipnosi, come altre tecniche mente-corpo,
vanno a parlare al subconscio, attraverso metafore, sensazioni fisiche,
emozioni. L’obiettivo è quello di modificare il proprio comportamento di fronte
alle situazioni difficili, cambiando gli schemi abituali.
Giovanni Pellegri
Dottore in neurobiologia e noto divulgatore scientifico
Moderatore congresso PharmaDay
Nato a Lugano, sposato e padre di 4 figli, ha conseguito la laurea in biologia presso la Facoltà di Scienze dell´Università di Losanna, premiata per l’eccellenza dei risultati ottenuti. Ha svolto un dottorato in neurobiologia presso la Facoltà di medicina di Losanna a sua volta premiato come migliore ricerca dell’anno dalla rivista scientifica “Le Scienze” (ed. italiana di Scientific Americain). Dopo aver dedicato 7 anni ad un’associazione attiva in ambito umanitario e sociale, è entrato all’USI al Servizio Ricerca con il compito di promuovere la ricerca scientifica e in particolare quella europea. Dal 2005 ha creato L’ideatorio, un servizio dell’USI che si occupa del dialogo scienza e società e della promozione della cultura scientifica. L’ideatorio propone esposizioni scientifiche, percorsi didattici, studi sulla percezione pubblica della scienza, vacanze scientifiche, festival della scienza, ecc. Collabora con diverse iniziative cantonali, nazionali e internazionali. Inoltre dal 2006 collabora, come conduttore e redattore, con il programma “Il Giardino di Albert” della RSI. È membro del comitato della Società ticinese di scienze naturali, del comitato della Settimana del cervello e dell’Assemblea di Caritas Ticino. Dal 2004 è coordinatore regionale, presso l’Università della Svizzera italiana, della Fondazione "Science et Cité" che si occupa di promuovere il dialogo tra la scienza e i cittadini.
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